Osteopatia

Giacinta Milita - 16/12/2013

L’osteopatia nasce negli U.S.A nel 1874 grazie al Dott. A.T. Still il cui lavoro ha avuto come obiettivo lo studio della funzione del corpo facendo riferimento alla perfezione del lavoro della Natura.
“Se le parti del corpo sono in ordine stiamo bene. Quando non lo sono la conseguenza è la malattia. Quando le parti vengono riaggiustate, la malattia lascia il posto alla salute…”  (Still). Quando Still fa riferimento all’ordine si riferisce al movimento proprio perché, uno dei cardini di questa disciplina è che il movimento è vita.

Per movimento in osteopatia si fa riferimento non soltanto a quello muscoloscheletrico, che più facilmente ci viene in mente, bensì al libero scorrere di tutti i fluidi. Rispetto ai fluidi Still non faceva riferimento solo al sangue ma anche a tutto il sistema linfatico, al liquido intra e extracellulare e al liquido cerebrospinale da lui definito l’elemento più nobile mai conosciuto.
Altri principi fondamentali dell’osteopatia sono: la persona è vista come un’unità; la presenza e il lavoro del meccanismo craniosacrale all’interno dell’organismo; la struttura governa la funzione.

L’osteopatia è quindi un metodo terapeutico olistico in cui il ruolo dell’operatore è quello di aiutare la fisiologia del corpo a ritrovare quell’equilibrio perso che compromette il normale funzionamento di tutto il sistema corpo. L’osteopata utilizza delle mani intelligenti, che pensano, vedono e sentono, addestrate a una palpazione vivente per aiutare la manifestazione dell’espressione della Salute dall’interno. Ogni volta si è in presenza di restrizione di movimento, sia esso muscoloscheletrico, viscerale, fasciale o dei fluidi, si ha una diminuzione della forza innata della Vita che è la Salute.

Still a tal proposito diceva che un campo che non viene irrigato muore e quindi il ruolo dell’osteopata è favorire il più possibile il movimento, facendo si che una struttura limitata non possa influenzare la funzione di un determinato organo o funzione.
Partendo da questi presupposti si può ben comprendere che l’osteopatia può essere d’aiuto sempre, dall’inizio della vita, in gravidanza, fin quando la vita stessa è presente. L’osteopata pone le sue mani sui tessuti e attraverso un lavoro di ascolto  e fulcro “legge” il funzionamento e la disfunzione all’interno del corpo vivente del paziente.

Praticamente, se paragoniamo il corpo ad auto, l’osteopata aiuta a fare la convergenza lì dove si è persa, facendo leva e utilizzando le risorse e l’energia del movimento presente nel paziente.
Ci si può rivolgere quindi a un osteopata in ogni situazione di disagio non solo dell’apparato muscoloscheletrico, per riequilibrare; in condizione di malattia come supporto, ma il vero ruolo dovrebbe essere quello di prevenzione: ribilanciare e innalzare le risorse del sistema corpo per mantenere alta quella potenzialità di Vita che è la Salute.

Praticare un movimento consapevole e a spirale, come suggerito nel libro, permette a ognuno di noi di sintonizzarci ogni volta sul proprio funzionamento e dare l’opportunità al corpo di fare ciò che conosce e sa fare bene e cioè autoregolarsi.

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